giovedì 2 marzo 2017


Figura teorica: il paesaggio come sintassi dell'architettura”

Analisi e recensione di due dissertazioni sul rapporto paesaggio e architettura prodotte nel Dottorato di Ricerca in Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura dell'Università La Sapienza di Roma

di Fiamma Ficcadenti



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La dimensione paesaggistica dell'architettura nel progetto contemporaneo” è il titolo della dissertazione dottorale in Composizione architettonica della prof.ssa Paola Gregory, attualmente professore associato presso il DAD - Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e Membro effettivo del Collegio di Architettura, discussa nel 1995 all'Università La Sapienza di Roma (tutor: prof. Fausto Ermanno Leschiutta, prof. Roberto Secchi) e successivamente edita dalla Laterza nel 1998.

Pensare a una dimensione paesaggistica dell'architettura significa cercare di definire un metodo ermeneutico dell'architettura attraverso la metafora del paesaggio.”1

Con un incipit in medias res, l'autrice pone il lettore davanti all'oggetto della sua ricerca: declinando il paesaggio quale dimensione dell'architettura, definire un nuovo strumento critico e operativo per la sua lettura e interpretazione e ciò avviene ponendo, allo stesso tempo, il paesaggio come orizzonte fenomenologico dello spazio e come “rappresentazione di un modo di rappresentare il reale”, dunque esprimibile come metafora nel progetto di architettura.

La dissertazione si presenta come un testo molto complesso. A un'impalcatura fortemente teoretica, che pone al centro l'indagine sui meccanismi conoscitivi della realtà attraverso l'esperienza dell'architettura in relazione al paesaggio, condotta con gli strumenti della ricerca filosofica, è intrecciata con estrema coerenza la disamina del progetto di architettura in cui emerge il punto di vista da architetto dell'autrice.

Delineato il quadro generale interpretativo del concetto di paesaggio, inteso come insieme dei fenomeni e dei processi naturali ed umani dall'istanza ecologica e come relazione estetico-percettiva tra uomo e natura dall'istanza fenomenologica, l'autrice riconduce il discorso sulla dimensione paesaggistica dell'architettura a questo secondo approccio che pone l'accento sul carattere estetico e mentale del paesaggio, definendolo, da un lato, come configurazione del territorio - aspetto e immagine dell'ambiente che ci circonda - dall'altro come sua rappresentazione - rielaborazione intellettuale del soggetto, posto in un rapporto dialettico con l'ambiente che esperisce.

Lo scopo della dissertazione è di fornire un nuovo modello interpretativo e, dunque, ermeneutico più ampio dell'opera di architettura, che sia in grado di andare oltre la matrice forma-funzione, introducendo nella lettura del progetto l'orizzonte del paesaggio nelle due dimensioni antitetiche di mondo fisico e di mondo fenomenico, di cui l'architettura risulta essere il luogo della sintesi.

L'elemento di innovazione come categoria interpretativa dell'opera architettonica che viene introdotto è il concetto di metafora del paesaggio , come nuovo modo di manifestarsi dell'architettura, ovvero l'idea che l'architettura possa 'ereditare' il significato del paesaggio quando questo, in relazione dialogica con il soggetto da cui non può trascendere, si pone come catalizzatore, attivatore o interprete delle forme dello spazio progettato.
Questo assunto teorico, fondativo della dissertazione, viene dimostrato attraverso la tematizzazione di quattro differenti modalità estetiche e operative per cui l'architettura si dà come metafora del paesaggio. Attraverso la rilettura di opere emblematiche di architetti contemporanei e di esperienze artistiche che esplicitano questa connessione, vengono analizzate le seguenti relazioni architettura-paesaggio: la dimensione figurativa, per cui l'architettura si conforma a partire dall'esperienza percettiva del luogo in cui si inserisce, 'costruendo' lo spazio intorno a sé e 'segnificandolo' in modo da renderlo leggibile e, pertanto, conoscibile al soggetto come paesaggio; l'interpretazione analogica, per cui l'architettura diventa una 'cassa di risonanza' per il paesaggio che 'riverbera' nel movimento di volumi che si scompongono o nella luce narrativa che disegna lo spazio ; il ruolo evocativo, secondo cui l'architettura entra in contatto con il soggetto attraverso il dato simbolico del paesaggio, generando una percezione emotiva; il fondamento 'formativo', che lega architettura e paesaggio nella loro capacità di costruire conoscenza dello spazio, quando per conoscenza intendiamo kantianamente il processo del 'dare forma' a ciò che esperiamo.
La metafora del paesaggio, pertanto, rappresenta il campo in cui si esprime da un lato l'immanenza del soggetto e dall'altro la coessenzialità dell'architettura e del paesaggio che, in ultima analisi, viene indagata attraverso tre aspetti della dimensione compositiva: il tema della luce, come 'voce narrante' dell'evento architettonico e fondamento dell'esperienza percettiva; il principio del movimento, sia esso continuo o discontinuo, della forma o del soggetto, che consente l'apprendimento dello spazio da parte dell'individuo attraverso la sua corporeità; la relazione delle parti con l'insieme, intendendo l'architettura come momento sintetico dell'esperienza del paesaggio inteso come palinsesto, “trama”, di elementi ordinati dal soggetto della percezione.
E' in questa conclusione il momento della sintesi della dialettica architettura-paesaggio, “figura-sfondo”.
E' attraverso l'operare e il manipolare dell'architetto che per l'autrice si genera quel campo di relazioni tra soggetto e paesaggio. E' nell'architettura e nello spazio finito che genera che si invera la nostra appartenenza al mondo infinito che ci circonda.

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In relazione al tema del rapporto uomo-natura-architettura e del carattere interpretativo che il paesaggio può avere dell'opera architettonica sintetizzando un palinsesto di materiali eterogenei, dai segni naturali a quelli umani, e di istanze molteplici, si è scelto di analizzare, come seconda dissertazione, “Forme del suolo e calligrafie architettoniche. Figure tettoniche come matrici morfogenetiche del progetto”, di Valeria Sassanelli, discussa nel 2007 (tutor: prof. Piero Ostilio Rossi, prof. Manuel Gausa).

L'autrice, architetto e vice presidente dell'associazione Tevereterno onlus, affronta il tema specifico dell'architettura landform, ovvero, quel modo di operare l'architettura attraverso tecniche compositive che attingono al panorama figurativo delle modellazioni naturali del suolo.
Quindi, se nella tesi della Gregory abbiamo affrontato il discorso sul paesaggio come dimensione interpretativa e operativa dell'architettura in termini di metafora, in questa tesi il paesaggio assume un ruolo centrale per il suo porsi come processualità e matrice della forma del progetto, nel caso particolare di un'architettura 'geografica' come quella landform.

La dissertazione è articolata in due volumi: il primo costruisce l'orizzonte teorico a supporto della tesi, inquadra e problematizza la questione; il secondo, si presenta nella forma di un atlante delle architetture
landform che, sulla base di una tassonomia mutuata dalla geografia terrestre, classifca numerose opere di architettura sulla base del riferimento morfo-geografico che le ha informate.
L'obiettivo della ricerca, corroborato da un nutrito apparato di progetti analizzati, si sostanzia nel suggerire che l'architettura landform possa prefigurarsi nel futuro come uno degli approcci più validi al progetto urbano alla vasta scala così come al micro-intervento, per la sua maggiore capacità di risignificare i “luoghi incerti, dilatati e senza identità della città dispersa”2 rispetto al progetto tradizionalmente inteso nella modernità e nella contemporaneità, nella sua essenza specifica di architettura prodotto del contesto fisico e insediativo che la determina. In questo senso, per l'autrice il progetto landform, sulla base di un approccio topografico, lavorando su strategie progettuali basate sulla costruzione di relazioni e sistemi di spazi, è più efficace nel formulare risposte adeguate ai complessi interrogativi posti dall'urbanità contemporanea.
Uno dei concetti orginali, che è posto in essere dalla ricerca e ne persegue lo scopo, emerge nel titolo della tesi ed è l'idea di un'architettura espressa come 'calligrafia'. Seppur non riaffrontato all'interno del corpus della ricerca con questo termine, l'idea che esprime è il filo rosso che guida la dissertazione.
Per l'autrice la 'calligrafia architettonica' è la capacità del progetto di porsi come segno proprio di un territorio, interpretazione personale di un luogo specifico, in netto contrasto con la frequente spersonalizzazione del linguaggio architettonico contemporaneo e l'a-specificità di molti interventi realizzati. E' tramite questa calligrafia che si scrive la sintesi dello spazio-paesaggio in una visione, proposta dall'approccio landform, continua e pervasiva della forma architettonica che diviene “superficie topologica”3 dal forte impatto figurativo, legittimato dalla forma del contesto che la genera.


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La scelta di queste dissertazioni è stata determinata, in primo luogo, da un interesse di natura personale per il paesaggio e il ruolo che assume nella dimensione progettuale come materia di lavoro, referente culturale, matrice generativa dello spazio e come pentagramma che dispone di alcune delle chiavi interpretative della composizione architettonica. In secondo luogo, la scelta di tale argomento è stata indirizzata dal riconoscere che la questione del paesaggio è tra gli argomenti che negli ultimi anni ha alimentato in maniera più feconda il dibattito architettonico, sia quello teorico sia quello legato alla prassi progettuale e, pertanto, ho ritenuto fosse di estremo interesse indagare come fosse stato affrontato nel lunghissimo percorso di ricerca portato avanti negli ultimi 30 anni, all'interno del dottorato in Composizione architettonica.
La tesi sulla dimensione paesaggistica del progetto della Gregory è la prima ricerca prodotta all'interno del dottorato che affronti in maniera sistemica il problema paesaggio-architettura. Era il 1995 ed eravamo a Roma, lo stesso anno, dall'altra parte del mondo, all'RMIT di Melbourne, veniva usata per la prima volta la parola Landscape Urbanism per intendere una nuovo e rivoluzionario modo di approcciare alla città contemporanea e alla sua riproduzione, consacrato dall'omonima mostra tenutasi a Chicago nel 1997, curata da Charles Waldheim. Questa nuova visione di urbanismo ha agito da acceleratore per un significativo filone della ricerca architettonica, rendendo sistemico il campo di analisi del problema architettura-paesaggio anche a livello urbano.
Ancorchè affrontato assumendo punti di vista differenti non riconducibili prospetticamente allo stesso punto di fuga e con esiti e obiettivi diversi, l'orizzonte indagato dalle due tesi è il medesimo: il paesaggio è dimensione complessa dell'architettura e nel paesaggio essa trova ragione del suo essere 'sistema', insieme di relazioni in cui il soggetto agisce il suo 'esserci' e non 'fatto' dato in una dimensione statica dello spazio e del tempo e dunque agibile solo passivamente. E questo, a mio avviso, risulta essere un contributo estremamente interessante nella teoria architettonica contemporanea. L'architettura come sistema aperto si presta, nella sua dimensione profondamente relazionale e - dunque - paesaggistica, ad essere indagata attraverso gli strumenti propri della complessità che è l'essenza del mondo contemporaneo e nuovo paradigma interpretativo della sua conoscenza.
In questo senso, la diade paesaggio-architettura può essere la stele di rosetta per la lettura di un mondo contemporaneo che è una Babele, caos di segni, di spazi e di realtà.
Ed è in quest'ottica che ritengo le dissertazioni analizzate assolutamente attuali e inserite in un filone della ricerca che trova ancora un campo aplissimo di indagine teorica e progettuale.
Per la contemporaneità, il rapporto architettura-paesaggio è cogente, il rapporto architettura-paesaggio è urgente, il rapporto architettura-paesaggio è necessario.




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Intervista a Paola Gregory


  1. Perchè una tesi sul paesaggio?
  2. Se oggi, a distanza di quasi 20 anni dalla pubblicazione della sua tesi, le chiedessero di aggiungere un capitolo al libro di cosa parlerebbe?
  3. C'è qualcosa che cambierebbe della tesi che ha scritto?
  4. La sua tesi ha posto al centro del terreno di gioco paesaggio e architettura. Nel dibattito attuale, possiamo dire che troviamo sullo stesso terreno città e paesaggio forse in maniera preponderante, secondo una logica che a mio avviso la sua tesi suggeriva (il discorso sulla sovversione “figura-sfondo”; l'importanza del progetto architettonico come progetto di relazioni e non di soli copri architettonici; etc.). Da questa premessa, mi interessava sapere da lei se la metafora del paesaggio, da lei analizzata in relazione all'oggetto architettonico trova una declinazione anche in rapporto alla città; può essere la metafora del paesaggio, secondo le categorie da lei descritte, adatta all'interpretazione della città contemporanea rispetto al paesaggio?
1P. GREGORY, La dimensione paesaggistica dell'architettura nel progetto contemporaneo, Laterza, Roma, 1998, p.3
2V. SASSANELLI, Forme del suolo e calligrafie architettoniche, Roma, 2007, vol. I, p. 8

3V. SASSANELLI, Op.cit., vol.I, p. 69

mercoledì 25 gennaio 2017

Dottorato in Composizione Architettonica /Teoria e Progetto, 1987-2017, Università di Roma La Sapienza

Lavoro di ricognizione delle dissertazioni del dottorato in Composizione Architettonica - Teoria e Progetto dal 1987 al 2017.
La rassegna delle tesi ha portato alla seguente classificazione:


A. Organizzativo

1. Metodi e strategie compositive
2. Nuova pratiche generative dal basso
3. Monografie
4. Contributi Interdisciplinari
5. Riuso e trasformazione
6. Città
7. Information Technology


B. Tematico
1. Mediterraneità
2. Roma
3. Nuove ecologie e paesaggio
4. Spazio Pubblico
5. Housing e social Housing


C. Geografico
1. Italia
2. Bacino del mediterraneo
3. Balcani
4. Paesi Iberici
5. Francia e Belgio
6. Germania e Austria
7. Paesi Nordici e Olanda
8. Gran Bretagna
9. Russia Europa dell'Est
10. Medio Oriente
11. Asia
12. Cina
13. Giappone
14. Australia e Oceania
15. Africa
16. America Latina
17. Nord America


- Fase preliminare di elenco e raccolta tesi: Bozza - Ficcadenti - Marinelli
- Fase preliminare di categorizzazione: Camilli - D'Emilio
- Fase finale di categorizzazione e verifica delle collocazioni: Ficcadenti - Marinelli


Al seguente link è possibile visualizzare il file excel completo.

martedì 17 gennaio 2017

Frammento #1

Motherboard City

                         Interpretazione critica di un frammento di "Architettura e Modernità" di A. Saggio (2010).